La rivoluzione del peer-to-peer

La rivoluzione del peer-to-peer e le criptovalute

Negli ultimi 20 anni, internet ha ribaltato la gerarchia della conservazione delle informazioni, aprendo un confronto su come trattare i dati

Negli ultimi 20 anni, internet ha ribaltato la gerarchia della conservazione e della condivisione delle informazioni, andando cosi ad aprire un dibattito ed un confronto anche in merito ad altre forme di conservazione e diffusione di dati.

L’argomento della raccolta dati è diventato scottante, e d’altra parte, in nessun altro momento storico sono stati raccolti, archiviati, analizzati un numero così elevato di dati.

Essere in possesso dei dati è diventato un’aspetto fondamentale nella società odierna, al punto da diventare una nuova forma di valuta. Tracciare, ad esempio, le abitudini di acquisto o le possibilità finanziarie del singolo o i suoi interessi, o le sue abitudini, diventa un patrimonio inestimabile.

I ‘uso indiscriminato delle informazioni

Questo monitoraggio arbitrario e spesso indiscriminato, ha finito col minare la fiducia delle persone verso coloro dovrebbero rappresentare i loro diritti (dalla politica agli intermediari finanziari) ma anche verso i fornitori di servizi (online e non solo) che fanno parte della nostra vita quotidiana.

L’uso che questi soggetti fanno dei nostri dati, la manipolazione delle informazioni per scopi di propaganda, elezioni truccate, profili falsi, truffe etc… avvalorano ancora di più questo atteggiamento di sfiducia.

Il processo di raccolta e conservazione dei dati ad oggi esistente è il riflesso di una impostazione gerarchica e centralizzata tra due entità che prevede forti asimmetrie di potere: da una parte l’autorità che prende i dati in cambio di un servizio (azienda, banca o governo), dall’altra il singolo individuo. 

La rivoluzione di internet

Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum, sostiene che: “Solo creando tecnologie che offrono una varietà di meccanismi per controllare le concentrazioni di potere e simultaneamente costruendo costantemente ideologie sociali che trovino delle modalità di fallimento di questi meccanismi, possiamo sperare di riuscire laddove i precedenti tentativi di decentralizzazione dell’autorità sono falliti.”

La società odierna sta progressivamente, e non senza difficoltà passando da modelli gerarchici a modelli di rete. Un movimento che si sta muovendo da istituzioni centralizzate a reti di democrazia distribuita.

lo sviluppo delle reti p2p

L’architettura P2P diventa popolare negli anni Novanta con i programmi per condividere i file, come ad esempio BitTorrent, o il famosissimo Napster che ha messo in seria difficoltà il sistema dell’industria discografica tradizionale

In uun sistema P2P la reputazione di chi partecipa alla rete è fondamentale, come hanno dimostrato i servizi di condivisione come Uber o Airbnb. La differenza tra questi modelli e un vero P2P è l’eliminazione definitiva dell’intermediario, cioè la società che regola i rapporti tra noi e l’autista Uber o tra noi e il proprietario dell’Airbnb. 

Le tecnologie peer-to-peer creano una rete (network) di dispositivi (peer) che archiviano collettivamente dei dati. Ogni dispositivo agisce individualmente ma tutti i peer condividono lo stesso potere all’interno del network, hanno gli stessi compiti e hanno tutti una copia dei dati archiviati. I network P2P sono, per la maggior parte, decentralizzati ed utilizzano la comunità come organo decisionale in questo modo viene garantito un processo sicuro e trasparente.

L’autenticità del dato

Con le reti P2P, l’autenticità dei dati non è più affidata all’uomo. Al posto della fiducia nel senso tradizionale, abbiamo una sorta di “fiducia computazionale”.

La fiducia nel sistema non è legata a un atto umano, ma è infusa dall’affidabilità dei dispositivi (nodi) che risolvono complessi algoritmi per legittimare e registrare una transazione. 

Le reti centralizzate

La differenza con le reti centralizzate è subito evidente. In una rete centralizzata il processo decisionale è gerarchico e prevede il filtraggio e la classificazione dei dati. Le parti centralizzate hanno il potere di modificare i termini e le condizioni del rapporto con gli altri partecipanti a loro discrezione, cosa che non può accadere con una rete decentralizzata dove tutti i partecipanti condividono le stesse informazioni, poteri e compiti. 

Il P2p e la finanza

La filosofia dei sistemi decentralizzati ha dato origine al mondo delle criptovalute (come ad esempio il Bitcoin). Applicando il sistema peer-to-peer, è stato creato il sistema della blockchain (a questo Link, trovi una spiegazione semplice del funzionamento della blockchain).

Il meccanismo di consenso su cui si fonda rende la blockchain è appunto un sistema decentralizzato e distribuito.

Ecco alcuni vantaggi che un sistema decentralizzato conferisce alla blockchain:

  • Tolleranza ai guasti: Una blockchain, essendo decentralizzata, si basa sul funzionamento di una moltitudine di nodi sparsi nel mondo e non ha un unico point of failure, è praticamente impossibile che si danneggi o che il suo funzionamento si interrompa.
  • Resistenza all’attacco: Qualunque hacker volesse attaccare una blockchain, dovrebbe prendere il controllo del 51& dei nodi dislocati in punti diversi del mondo contemporaneamente, cosa che di fatto è praticamente impossibile. 
  • Resistenza alla collusione: è altamente improbabile che i partecipanti a un sistema decentralizzato possano colludere per obiettivi egoistici poiché perderebbero del tutto i vantaggi permessi dalla collaborazione e dalla comunità. In un sistema centralizzato, invece, le grandi società al vertice sono in grado di fare pressioni per far valere i propri interessi. 

La blockchain, è dunque un archivio distribuito, più lo studiamo, più ne comprendiamo i vantaggi rispetto ad un archivio centralizzato.

In un archivio centralizzato…

Se i dati sono affidati ad un’autorità centrale – governo, impresa, beneficenza, chiesa, banca o altro, essa può:

  • Influenzare le modalità con cui i dati vengono registrati; 
  • Essere corrotta;
  • Agire nel proprio interesse;
  • Conservare il registro dei dati in via esclusiva.
    Se quel registro viene rubato o hackerato, i dati verranno persi o manipolati.

In una blockchain…

In un registro che si basa invece su un sistema decentralizzato.

il registro stesso è considerato autentico in virtù del consenso della comunità (composta dai migliaia di dispositivi connessi tra loro):

  • la fiducia è data dall’affidabilità dei dispositivi (computer ad esempio) indipendenti da qualsiasi attività umana 
  • l’affidabilità dei dati è maggiore, perché affinché il dato venga registrato deve essere approvato da un numero maggiore di nodie la probabilità che sia corrotto almeno il 51% è bassissima
  • ciascun nodo ha copia del registro di informazioni, qualsiasi manipolazione di un’informazione risulterebbe subito evidente
  • qualsiasi cambiamento nelle regole che definiscono il rapporto tra i nodi dev’essere deciso dalla maggioranza (non viene imposto “dall’alto”)

Per la scrittura di questo articolo ho preso “a piene mani” dall’Accademy di Young Platform.